A poche settimane dal compimento di un anno dall’inizio della pandemia, una delle conclusioni alle quali probabilmente siamo giunti tutti è che la situazione che stiamo vivendo è stata e continua a essere una sfida sotto ogni punto di vista, tra quarantene, restrizioni alla mobilità, lavoro da remoto e didattica a distanza. Da vari mesi gli esperti hanno iniziato a porre l’attenzione su quanto la realtà che stiamo vivendo ci porti a fronteggiare livelli di stress e ansia molto più elevati rispetto al normale. Quindi, se ultimamente ti è sembrato di essere più nervoso, di perdere facilmente la pazienza o che i tuoi figli siano più suscettibili del solito… non ti preoccupare! Esistono molte valide risorse per accompagnare i tuoi figli nel loro sviluppo, seguendo l'approccio dell’educazione positiva.
L’educazione positiva è un ambito di applicazione della psicologia positiva, termine coniato principalmente da Martin Seligman, che accompagna lo sviluppo dei bambini aiutandoli a diventare adulti sicuri di sé, responsabili, rispettosi, empatici, resilienti e felici. Si tratta di un approccio attento al benessere e alle emozioni, che non si rivela positivo unicamente per la crescita dei più piccoli ma genera un effetto domino che coinvolge gli educatori stessi, le famiglie e, per estensione, l’intera società. L’educazione positiva conferisce alle emozioni un ruolo centrale nell’apprendimento, aspetto del quale parliamo spesso su questo blog dal momento che è anche uno dei cardini del nostro metodo per insegnare l’inglese ai bambini.
Poiché riteniamo che l’educazione non sia appannaggio unicamente degli istituti scolastici, desideriamo condividere alcuni principi che potranno aiutarti ad applicare quotidianamente l’approccio dell’educazione positiva, a gestire e insegnare ai tuoi figli a riconoscere le proprie emozioni e a guidarli verso un futuro più felice e sereno. Questi principi si basano sui criteri definiti dalla psicologa ed educatrice Jane Nelsen.
Nell’educazione positiva non c’è spazio per l’autoritarismo: affinché le cose funzionino tutti in casa devono avere rispetto per il prossimo. In qualità di genitori il nostro compito è rispettare i bisogni dei nostri bambini ed evitare classiche situazioni del tipo “è così perché lo dico io”. Inizia spiegando sempre ciò che sta per accadere affinché i tuoi figli sappiano cosa farai e in che modo. Questo eviterà che si oppongano quando proporrai loro qualcosa che non si aspettavano o di diverso da ciò che speravano. Prova ad applicare questo approccio anche alle routine di tutti i giorni: per esempio, condividi con loro fin dalla mattina il fatto che, al ritorno da scuola, ascolterete l’audio del giorno in inglese. In questo modo, quando giungerà il momento, potrai ricordare loro che ne avevate già parlato e raggiungere un accordo. Può darsi che non abbiano voglia di ascoltare l’audio e che preferirebbero mettersi direttamente a giocare, ma in questo modo saranno consapevoli che si tratta di qualcosa di già pianificato. A questo punto potrai dir loro che li capisci, perché anche tu hai avuto una giornata impegnativa a lavoro, ma che dopo aver svolto questa attività potranno giocare.
Cura il modo in cui ti rivolgi ai tuoi bambini. Un ottimo trucco dell’educazione positiva è domandarti se riterresti opportuno rivolgerti a un adulto dicendogli ciò che dici a un bambino. Intimeresti a qualcuno che finché non mangia tutte le verdure non può alzarsi da tavola? O che se non vuole andare a inglese finirà in punizione? No di certo. Ebbene, nemmeno a un bambino! Analogamente, stabilisci delle routine insieme ai tuoi figli, affinché nulla avvenga per caso. Uno strumento molto efficace dell’educazione positiva è quello delle scelte multiple. Non si tratta di consentire ai bambini di fare ciò che vogliono, quanto di rassicurarli che la loro opinione conta. Offri varie opzioni per affrontare e risolvere un problema facendo in modo che esse siano tutte valide ma, soprattutto, rispettando quella che i tuoi figli sceglieranno.
Il gioco è un ottimo motore per l’apprendimento perché fa leva sulle emozioni, che sono alla base di qualsiasi insegnamento. Serve per imparare la matematica o l’inglese ma anche per attuare routine e compiti di tutti i giorni. Per esempio: puoi trasformare il momento in bui bisogna rimettere a posto i giocattoli in un gioco esso stesso, utilizzando una canzone o rendendolo una gara a chi riesce a mettere più bambole al loro posto. La formula è la stessa anche per le lingue: fai in modo che il momento della giornata dedicato all’inglese sia divertente e il successo sarà assicurato. Riuscirai a fare in modo che siano i tuoi figli stessi a desiderare che arrivi.
L’educazione positiva promuove l’incoraggiamento piuttosto che le lodi. La differenza sta nel porre l’attenzione sull’impegno e sul miglioramento, piuttosto che sul semplice esito. La formula di questo approccio si basa, in particolare, su quattro passaggi.
● Fai e lascia che tuo figlio ti osservi
● Fai e lascia che tuo figlio ti aiuti
● Lascia fare a tuo figlio e aiutalo
● Lascia fare a tuo figlio e osservalo
Questo approccio può aiutarti con semplici compiti, come apparecchiare la tavola, o con propositi più generali, come instillare nei tuoi bambini la passione per la lettura. Come abbiamo già avuto modo di vedere, è importante coltivare fin da piccoli il piacere per la lettura e, per riuscirci, è importante che i tuoi bambini ti vedano leggere non solo racconti per loro ma anche libri per te. Leggi e fai in modo che ti ascoltino; leggi e invitali ad aiutarti a riconoscere personaggi, immagini o parole; lasciati leggere un racconto e aiutali laddove necessario e, infine, lasciali leggere senza intrometterti.
Cerca di concentrarti su ciò che i tuoi bambini possono fare, piuttosto che su quello che non possono fare. Uno strumento dell’educazione positiva è sostituire le minacce con i compromessi. Immagina che tuo figlio non voglia svolgere un compito per scuola. Invece di arrabbiarti e dirgli che se non completa l’esercizio non potrà andare a giocare, utilizza un ragionamento logico del tipo: “Non appena finirai il compito andremo a giocare!”. Così facendo, passerai la palla a lui e il completare l’esercizio per poter giocare diventerà una sua decisione.
E, infine, ricorda di rispettare anche te stesso! Non avere paura di dedicarti qualche minuto, quando la situazione diventa insostenibile. Hai diritto anche tu a una pausa per riprendere fiato.